giovedì 15 luglio 2010

Uno stato di polizia

Di solito non mi soffermo sulle pagine sportive de Il fatto quotidiano: spesso titoli d'impatto o colorate illustrazioni acchiappano lo sguardo, ma poi l'argomento non è di mio interesse. Nel numero di ieri (mercoledì 14 luglio), dopo una intervista a Nanni Moretti sul suo ultimo lavoro (Habemus papam), ecco apparire il titolo: "È uno stato di polizia". Incuriosito, sbircio la prima colonna. Una intervista a "Maurizio Zamparini, 70 anni a gennaio." Zamparini è l'attuale presidente della squadra di calcio del Palermo (serie A, ndr) e pare non sia nuovo a sfoghi ed urla su ciò che, secondo lui, non va.
L'intervista si apre con la tessera del tifoso; per chi non lo sapesse, ufficialmente si tratta di uno strumento di "fidelizzazione" adottato dalle società di calcio, con l’obiettivo di creare la categoria dei "tifosi ufficiali". La tessera viene rilasciata dalla società sportiva previo "nulla osta" della Questura competente che comunica l’eventuale presenza di motivi ostativi e fidelizza il rapporto tra tifoso e società stessa. In realtà, si rivela il classico strumento per permettere a banche, società sportive e agenzie di scommesse di censire nuovi potenziali consumatori, oltre che di chiedere più soldi a quelli tradizionali come gli abbonati. Ed è credenza comune che porterà ad un rapido svuotamento degli stadi.
Dice Zamparini, riguardo al problema delle tifoserie violente, invece di far "...guerra senza quartiere ai teppisti e contestuale libero spazio di espressione per i tifosi veri. Noi abbiamo preferito un compromesso all’italiana [...] Far pagare alla brava gente, il 99 per cento della popolazione sportiva, il prezzo dell’inazione. Filtraggi, controlli, vessazioni, ostacoli in nome della presunta sicurezza." Ne consegue "La costrizione della libertà individuale, senza ottenere la pace sociale. L’Italia è uno Stato di Polizia. Lo è sempre stata. I governanti conoscono solo la limitazione della libertà, l’aggressione del principio stesso di quel concetto...".
Sottolinea il fatto che le società sportive sono state costrette, tramite ricatti e intimidazioni da parte del ministro dell'interno Maroni, a fare le tessere; quindi incalza sulla sicurezza, affermando che "non si ottiene con i picchetti della polizia". E non risparmia il ministro Maroni: secondo Zamparini, il ministro "ha una cultura libertaria molto deficitaria. Il sale della nostra democrazia è trattare i cittadini da sudditi. Siamo gli ultimi della classe. Non solo in Europa, ma nel mondo." È preoccupato per gli atteggiamenti tenuti dai poliziotti, i quali "devono essere educati al colloquio e non allo scontro. [...] Ci sono tifosi che vengono malmenati senza colpe, da ragazzotti in divisa cui viene insegnato a odiare."
Conclude rincarando la dose: "È una finta democrazia, la nostra. [...] Al comando di questo paese, da troppo tempo, trionfano gli stupidi."

Ammirevole presa di posizione contro uno stato militarizzato, dove violenza, paura e intimidazioni vengono spacciate come le giuste soluzioni per garantire sicurezza.
Sicurezza....

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