sabato 7 agosto 2010

La Selva batte il Petrolio

Due anni fa, il 12 settembre 2008 avevo partecipato alla presentazione del progetto Yasuni-ITT presso il centro di documentazione sui conflitti ambientali a Roma. Ero entusiasta e speranzosa, ma con quell'amarezza dell'essere cosciente che le cose troppo belle difficilmente diventano realtà...il termine ultimo della scadenza del progetto era finito da tempo e non ne avevo saputo più niente, poi oggi mi arriva una mail dall'associazione ASUD : Ecuador, la selva batte il petrolio!!
Con la certezza del lieto fine, vi racconto questa storia, una storia in cui, come afferma Roberto Zanini in un articolo del manifesto, la fantascienza diventa finanza!

Lo Yasuni-ITT è una zona del parco nazionale Yasuni nel cuore dell'Amazzonia ecuadoriana. Il parco è riserva mondiale della biosfera,considerato uno dei posti a più alta biodiversità del pianeta, in cui un solo ettaro di foresta possiede più qualità di piante che tutti gli Stati Uniti e il Canada insieme, territorio ancestrale degli indigeni Huaorani, Shuar e Kichwa.


Dal 1992 iniziano le indagini esplorative che rivelano la presenta di un'immensa quantità di petrolio. Si tratta però di greggio pesante che necessita la costruzione di un’enorme infrastruttura di oleodotti, impianti di generazione di corrente e raffinerie nelle zone di estrazione.
Nel 2007 il presidente Rafael Correa (un economista di formazione) abbraccia la proposta dei movimenti sociali, forti e radicati nel paese: il Governo Ecuadoriano si impegna a lasciare nel sottosuolo il greggio del blocco ITT come misura di responsabilità nei confronti dell’ambiente e di prevenzione dei cambiamenti climatici. La proposta prevede che i governi del Nord del Mondo, aziende e privati, comprino i bond emessi dallo Stato versando così la metà del valore del greggio non estratto in nome della responsabilità ambientale differenziata e del debito ecologico di cui sono titolari nei confronti dei Paesi del Sud del Mondo. Tali bonds saranno incassabili se l'Ecuador dovesse venir meno al suo impegno e cominciasse e sfruttare i giacimenti. Assicurando in tal modo la protezione dello Yasuni anche in un eventuale futuro di governi meno lungimiranti. L'intero pianeta si risparmierebbe così il versamento nell'atmosfera di oltre 400 milioni di tonnellate di anidride carbonica.
Da subito paesi come la Germania, la Francia , la Svezia e la Svizzera hanno preso ingenti impegni economici a favore del progetto.
Pochi giorni fa l'Ecuador e l'Onu hanno firmato a Quito l'accordo che costituisce il fondo internazionale «Yasuni-ITT», il reale strumento finanziario del progetto definendo cifre e quantità. 900 milioni di barili di petrolio saranno lasciati nel sottosuolo in cambio di 3 miliardi e 600 milioni di dollari da parte della comunità internazionale (a fronte dei 7,2 che l'Ecuador guadagnerebbe se vendesse il suo petrolio distruggendo la sua l'Amazzonia). Nel prossimo mese il governo ecuadoriano sottoporrà il progetto alle altre nazioni del nord.
Una rivoluzione questa per un paese povero come l'Ecuador che apre una strada mai tentata: indirizzare le energie per lo sviluppo in direzione diversa dal tradizionale binomio estrazione-industrializzazione.
Un ulteriore esempio questo, da un'america latina dove spirano venti nuovi di politica, dove si inseriscono nelle costituzioni i diritti della natura e dei popoli nativi, dove il popolo fa fuggire presidenti corrotti e si riprende la sua acqua.
Traiamone insegnamento.

Sito ufficiale del progetto http://www.yasuni-itt.gov.ec/
Fonti : il Manifesto, ASUD , CDCA.


Ambra

Oggi è vivo un partigiano

A Luciano Taglianini. Partigiano

Oggi è morto un giovane ribelle

Un uomo generoso e onesto

Un compagno coraggioso

che ci ha narrato l’utopia, la libertà, l’uguaglianza tra uomini

Oggi è morto un partigiano!

“Per non dimenticare!”…abbiamo scritto anni fa su un volantino

e tu lo hai appeso nella tua sede.

“Per non dimenticare!” …abbiamo ascoltato le tue parole

che descrivevano la guerra e la lotta partigiana.

“Per non dimenticare!”…eravamo dietro il nostro striscione rosso

e insieme abbiamo alzato il pugno chiuso e cantato “bella ciao”.

“Per non dimenticare!”…quella sera abbiamo riso dei nuovi fascisti e dei nostrani razzisti,

pavidi e ridicoli come tutti i razzisti.

“Per non dimenticare!”…ci hai insegnato l’umiltà, la tenacia, la pazienza, il rispetto per le differenze.

“Per non dimenticare!”…abbiamo ascoltato le tue parole sulla guerra, contro tutte le guerre.

“Per non dimenticare!”…quella sera al Centro Sociale mentre ci preparavamo per Genova

e Carlo Giuliani non era ancora stato assassinato.

“Per non dimenticare!”… in quel giorno di sole e vento

eravamo sui tuoi monti e l’erba odorava di timo e di rugiada.

“Per non dimenticare!”…ogni 20 giugno saremo insieme a te al Cippo di Montecappone,

resteremo in silenzio e parleranno solo i nostri cuori.

“Per non dimenticare!”…quel pomeriggio che Maria Cervi, in Piazza a Jesi,

ha detto che tu rimanevi il suo comandante.

“Per non dimenticare!”…ti siamo per sempre grati

e ti doniamo le nostre lacrime che ci bagnano il viso.

“Per non dimenticare!”…quei ragazzi con il fazzoletto rosso al collo…

CIAO PRESIDENTE…CIAO LUCIANO!







Centro sociale autogestito “TNT”

Associazione Ya Basta!

Ambasciata dei diritti

Comunità Resistenti Marche

martedì 3 agosto 2010

Prima il dovere, poi il piacere

Un’inchiesta con telecamera nascosta, seguita da verifiche minuziose e da controlli accurati. Per venti giorni Carmelo Abbate, giornalista di Panorama, affiancato da un «complice» gay, si è infiltrato nelle serate brave di alcuni preti che, a Roma, conducono una sorprendente doppia vita: di giorno sono sacerdoti in abito talare; di notte, smessa la tonaca, sono uomini perfettamente integrati negli ambienti omosessuali della capitale. Quella che ne è uscita è un’inchiesta sul campo che ha permesso di scoprire una realtà inedita e per certi versi sconvolgente: sacerdoti che partecipano a feste notturne con escort uomini; che hanno rapporti omosessuali con partner casuali; che frequentano chat e ritrovi gay.
Panorama ha individuato numerosi casi e ne ha raccontati tre in particolare: quello di Paul, quello di Carlo e quello di Luca (i nomi sono inventati per proteggere l’identità dei sacerdoti).
Il primo, un francese sui 35 anni, ha incontrato il cronista di Panorama venerdì 2 luglio, in una festa gay in un locale del quartiere di Testaccio. Nella serata, cui partecipavano – retribuiti - due escort uomini che hanno ballato seminudi con il prete e con altri ospiti (praticando poi sesso gay con alcuni di loro), era presente anche Carlo, il secondo prete, che ha un’età tra i 45 e i 50 anni. La notte termina a casa di Paul, dove il complice gay del cronista di Panorama prima chiede al prete di indossare l’abito talare e poi ha un rapporto sessuale con lui, ripreso dalla telecamera nascosta.
La sera successiva Paul e Carlo hanno dato appuntamento al cronista di Panorama e al suo complice al Gay village di Roma, mostrando di trovarsi a loro agio in quell’ambiente. In questa occasione, Carlo più volte si è assentato sostenendo di averlo dovuto fare per evitare di incontrare quelli che aveva riconosciuto come altri preti o catechisti. La serata si è chiusa con lo stesso finale della precedente. Il giorno dopo, domenica 4 luglio, Paul ha celebrato la messa su un tavolino della propria abitazione, alla presenza del cronista di Panorama e del suo complice.
Il seguito dell'articolo, con tanto di foto e video su Panorama