Il 14 luglio 2010 l'Argentina, la cattolicissima Argentina, è diventata il primo Paese sudamericano a legalizzare i matrimoni tra omosessuali. La legge modifica il codice civile, in cui non sarà più citato il matrimonio come l’unione di marito e moglie ma come parti unite in matrimonio. Le coppie avranno gli stessi identici diritti di quelle eterosessuali, sia per le adozioni che per l'assistenza sanitaria.
In Italia, guarda caso, c'è lo stesso problemino (non l'unico!): pure il Codice civile italiano, che non prevede nulla a proposito della diversità di sesso degli sposi, in alcuni articoli contiene le parole "moglie" e "marito". E questo sembra un grosso ostacolo per muovere qualsiasi passo. Poi, in Italia, c'è la chiesa, quella di Roma, del papa. La chiesa cattolica si oppone non solo al matrimonio omosessuale, ma a qualsiasi tipo di riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali. Dice che è "contro natura" e che non da un "apporto significativo alla società". (!!)
All'interno della Chiesa cattolica si sono alzate voci favorevoli al matrimonio omosessuale, che sono state sempre messe a tacere dall'intervento delle gerarchie.
Tornando all'Argentina, pare che i ministri ecclesiastici argentini abbiano definito questa legge “un attacco distruttivo al progetto divino”, insinuando addirittura che l’invidia del diavolo fosse dentro questa legge. Roba da film di fantascienza: un diavolo? ma per favore. L'invidia di un diavolo in una legge? ma stiamo scherzando?
Da questo link è possibile verificare la situazione mondiale riguardo l'equiparazione dei diritti per le coppie omo e etero. Nella cartina ivi raffigurata, l'Italia è in grigio - come la Russia, la Romania, la Bosnia, la Macedonia, ecc. - ma solo perché non prevede nessun riconoscimento di diritti o forse presenta una situazione legislativa ambigua. Forse, presto faranno luce. Intanto, è interessante sottolineare che in Paesi insospettabili come Israele, dove non esistono i matrimoni civili, per legge vengono riconosciuti i matrimoni omosessuali contratti all'estero. Un comportamento pregno di buon senso, direi.
Va detto però che, sempre in Italia, ci sono degli ospedali che ritengono il sangue di donatori omosessuali "non idoneo" alle donazioni (vedi articolo). Questo sì che suscita perplessità!
Legenda della mappa.
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