Le mani nere sollevate ad afferrare l'aria, il vento passa sulla smorfia dell'ultimo respiro, la schiena piegata di un ragazzo in preghiera che non si è più rialzato... Muoiono così gli immigrati. Così finiscono gli uomini e le donne che non sbarcano più a Lampedusa, bloccati in Libia dall'accordo Roma-Tripoli e riconsegnati al deserto. Abbandonati sulla sabbia appena oltre il confine col Niger, a volte sono obbligati a proseguire a piedi fino al fortino militare di Madama a 80 Km più a sud, sotto al sole del deserto. Cadono a faccia in giù sfiniti, affamati, assetati, persi. Un filmato (molto forte) de l'Espresso, rivela una di queste operazioni di rimpatrio finite in strage. Undici morti: 7 uomini e 4 donne (da quanto è possibile vedere nelle immagini). Il video è stato girato con un telefonino da una persona in viaggio dalla Libia al Niger lungo la rotta degli schiavi di Berlusconi e Gheddafi, rimpatriati nel Sahara. Nei quattro mesi successivi all'accordo, c'erano già stati 106 morti ed erano soltanto le cifre ufficiali. 50 rimasero schiacciati da un camion sovraccarico che si è rovesciato, un ragazzo del Ghana mai identificato finì sbranato da un branco di cani selvatici durante una sosta a Madama. Tre ragazze nigeriane morirono di sete e 15 furono raccolte in fin di vita da un convoglio umanitario francese, dopo essere state abbandonate.
Tutti condannati a morte da chi aveva siglato il loro rimpatrio.
Da l'Espresso.
Nessun commento:
Posta un commento