Kostnix in tedesco significa "costa niente", ed è il nome scelto da un gruppo di amici per il primo "freeshop" di Innsbruck, aperto nel 2007. Particolarità è che la merce del negozio (oggetti di ogni tipo: da vestiti a giocattoli e oggettistica varia...) sono gratis. Le uniche norme da rispettare sono: non prendere più di tre oggetti al giorno e non rivendere in nessun caso le cose prese al negozio. Quella dei "negozi gratuiti" è un'esperienza avviata da qualche anno in Austria, in Olanda e in Belgio. Su Wikipedia si legge che "il loro scopo è offrire un'alternativa al sistema capitalistico. Tutto è libero e disponibile, che si tratti di un libro o d'un pezzo di arredamento. La maggior parte dei clienti sono persone mosse dal bisogno (scarse risorse finanziarie, come nel caso di studenti, immigrati o anziani) o dalla convinzione (anti-capitalisti)". "A noi non importa che chi prenda gli oggetti sia povero, può anche essere ricchissimo - spiega Valentina Callovi, di Trento, una dei due italiani che gestisce Kostnix, a Innsbruck (gli altri volontari sono tutti austriaci) - l'importante è che quello che ha preso gli serva davvero, o gli piaccia". L'obiettivo dei freeshop non è quello di combattere la povertà, ma il consumismo, la tendenza a disfarsi degli oggetti senza pensare che potrebbero ancora servire a qualcuno. Chi prende oggetti da un freeshop, risparmia i soldi che avrebbe dovuto spendere per comprarlo e così contribuisce anche ad abbattere il lavoro retribuito, simbolo del capitalismo", si legge sul sito di Kostnix. "Siamo poco più di 10 persone - racconta Valentina - e quindi riusciamo a tenere aperto il negozio solo il martedì e il mercoledì. Ognuno di noi vi lavora senza retribuzione per due ore la settimana. I 400 euro d'affitto mensili (20 metri quadri nel centro storico di Innsbruck) se li pagano con un concerto annuo, delle serate col vin brulè e delle offerte libere da parte del Comune e dei Verdi (2000€ in tot) dato che contribuiscono alla riduzione dei rifiuti attraverso il riutilizzo degli oggetti. "Perché lavorare 40 ore a settimana per acquistare scarpe firmate, quando si può averle gratis, senza lavorare per averle?". La cosa più strana è che, nonostante tutto questo, il negozio non è molto affollato di clienti come ci si potrebbe immaginare: la gente non è ancora abituata a simili stravaganze...
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