giovedì 1 aprile 2010

La pillola del giovedì santo

Aprile inizia proprio male. Nuovo ennesimo tremendo attacco cattolico alla libertà sessuale e al pericolo di gravidanze inaspettate in Italia. Nel giorno in cui il farmaco Ru486 (che permette una interruzione di gravidanza) può entrare negli ospedali italiani; il neogovernatore del Piemonte Roberto Cota (Lega) sostiene che "per quanto lo riguarda può benissimo restare nei magazzini. Faro' di tutto per contrastare l'impiego della pillola: chiedo ai direttori generali di bloccarla e farò in modo che in ogni struttura sanitaria piemontese ci sia una associazione Pro Vita". Anche il neopresidente veneto Luca Zaia (Lega) non ci va piano e minaccia chiaramente il boicottaggio: "studieremo il modo per non farla arrivare negli ospedali veneti". Al governo non basta aver messo mano sulla televisione pubblica, sulla scuola e sulla giustizia e con Gasparri minaccia esplicitamente il direttore dell'Aifa (agenzia Italiana del farmaco) Guido Rasi, sostenendo che la sua guida "appare sempre più inadeguata" e "continua ad intervenire in maniera strana (strana?) sulla pillola. Porrò al governo il problema della gestione dell'Aifa, che a mio avviso non garantisce adeguati livelli di competenza, trasparenza e imparzialità." In pratica il governo vorrebbe poter eleggere i dirigenti anche dell'Aifa (come funziona per la Tv pubblica) in modo da scegliere quali farmaci commerciare (magari quelli prodotti dagli amici di amici...) e quali no.
Siamo in attesa che il buon Gasparri ci spieghi cosa intenda per quel "intervenire in maniera strana" e soprattutto per quel "imparzialità": forse esistono madicine di destra e medicine di sinistra? Magari per la par-condicio, vorranno mettere delle pillole per andare di corpo, dentro alla scatola per combattere una diarrea? O magari regalare un intervento di inseminazione artificiale a chi compra la pillola del giorno dopo? Ragazzi, qui si rasenta l'assurdo, ma purtroppo questa gente ha preso la nostra democrazia proprio come fosse uno scherzo...
Molti, troppi politici (di entrambi gli schieramenti) sono contro l'aborto alla faccia della laicità dello Stato, sbandierando un falso allacciamento alla sacralità della vita e ai dogmi cattolici; mentre che d'altra parte non offrono alcuna certezza né aiuto alle giovani coppie italiane che non hanno soldi per arrivare a fine mese e figuriamoci se ce l'hanno per sfamare una bocca in più.

Poi, altro carico contro la pillola ce l'ha messo, come consueto, il Vaticano.
Ratzinger oggi ha detto: "I cattolici devono rifiutarsi di fare ciò che negli ordinamenti giuridici non è diritto, ma ingiustizia. Prima fra tutte "l'uccisione di bambini innocenti non ancora nati". Ok, poi magari qualcuno spiega al vecchio Josef che non si può ammazzare qualcuno se non è nato.
Poi direi di occuparci prima dei bambini nati, più che di quelli ancora nella nuvoletta; e di questo pare che il Vaticano se ne sia preoccupato a sufficenza... Ratzinger non ha detto una sola parola sul terribile scandalo di pedofilia che ha investito e macchiato indelebilmente la Santa Sede e tutti i santi porci che hanno fatto (e fanno) i loro comodi con quei "poveri bambini innocenti" di cui tanto parla sor curato. E forse ora si capisce perché la Chiesa ce l'ha a morte con l'aborto: già il tasso di natalità è basso in Italia e ci sono pochi bambini...mettici pure la pillola, e con chi giocano i preti?

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