Sette serbatoi che non è facile azionare né aprire. Il disastro del Lambro è stato sicuramente un sabotaggio ed ora è corsa contro il tempo: gran parte del materiale oleoso è stato bloccato dalla diga della centrale elettrica di Piacenza ma l' "onda nera" (lunga 70 km) sembra che raggiungerà l'Adriatico e il delta del Po entro domani. Sono seicentomila litri di sostanze inquinanti, 2000 tonnellate di materiale, per la maggior parte idrocarburi. Dietro il sabotaggio appalti per un progetto milionario. Quasi 200mila metri quadri di superfici, piste ciclabili ed edifici ecosostenibili sui terreni della Lombarda Petroli, l´ex raffineria di Villasanta a Monza da cui qualcuno, nella notte tra lunedì e martedì, ha fatto uscire gli ottomila metri cubi di petrolio che hanno avvelenato il Lambro per poi riversarsi nel Po. Su quell´impianto, e sui terreni che lo circondano, dovrebbero sorgere appartamenti, negozi, capannoni industriali, un grande centro direzionale. Il rischio è reale ma si cerca di evitare la catastrofe nella catastrofe. Sui rischi di inquinamento della falda acquifera, Bertolaso ha risposto che «al momento non abbiamo indicazioni». Intanto però è il Wwf ad avvertire che «tutto l’ecosistema è in pericolo»: i dieci milioni di litri di olio combustibile e petrolio riversati sul Lambro faranno danni ai fiume, agli animali, all’agricoltura. E se dovesse raggiungere il delta del Po sarebbe a rischio anche la migrazione e lo svernamento degli uccelli acquatici.
I colpevoli? «Ecoterroristi», secondo la Procura di Monza che sta indagando per disastro ambientale e inquinamento delle acque. L’ex raffineria Lombarda Petroli di Villasanta, da cui è partita la marea nera, è sotto sequestro. Ora si lavora per bonificare le fognature e capire se ci sono state delle violazioni da parte della proprietà. L’anno scorso la proprietà aveva fatto domanda per uscire dalla lista delle aziende pericolose e per questo pare che avesse autocertificato di conservare nelle cisterne meno olio combustibile di quanto ce ne fosse davvero.
Da l'Unità
Nessun commento:
Posta un commento