domenica 28 febbraio 2010

A scuola di spionaggio

Quella nota sul registro suonava strana: uno studente della Lower Marrion High School di Philadelphia veniva richiamato per i suoi "comportamenti inappropriati" non tra i banchi di scuola, ma nella sua cameretta, in casa. E come prova delle sue malefatte veniva fornita una foto dello studente scattata dalla webcam del computer portatile che la stessa scuola aveva fornito un anno prima all'alunno incriminato e a tutti gli altri suoi 1800 compagni di scuola. Era da allora che il distretto scolastico teneva sotto controllo gli allievi anche dentro le proprie case, attraverso un software di sicurezza che attivava la webcam per spiare le loro attività casalinghe. Quello studente e i suoi genitori hanno ora aperto una class action contro la scuola per spionaggio, violazione delle leggi federali e del Quarto emendamento della Costituzione americana - quello che difende i cittadini dalle perquisizioni, gli arresti e le confische senza ragione. Ma, come riporta il Financial Times, le contestazioni da parte dei genitori e dei loro avvocati potrebbero anche estendersi alla violazione delle norme sulla pornografia infantile, visto che l'occhio indiscreto dell'istituto scolastico avrebbe potuto riprendere gli studenti anche in situazioni intime.
Il sovrintendente della scuola, Christopher McGinley si difende spiegando che il sistema di monitoraggio era stato installato solo con le funzioni di "allarme", per localizzare i computer rotti o rubati. La scuola di Philadelphia non è l'unica ad aver cercato di estendere fin dentro le case degli studenti i propri strumenti di controllo. La South Bronx di New York City ha fornito i computer dei suoi alunni di un software che permette di visualizzare a distanza tutto ciò che appare sul desktop dei loro computer (e quindi controllo dei siti visitati, dialoghi in chat e webcam). Due settimane fa nel programma televisivo della Pbs Digital Nation, il vicepreside della scuola, Dan Ackerman, ha mostrato come riusciva a usare quel programma proprio come lo specchio oscurato degli interrogatori, e vedere senza essere visto.
...e non siamo in Cina...

sabato 27 febbraio 2010

Un Po sporco

Sette serbatoi che non è facile azionare né aprire. Il disastro del Lambro è stato sicuramente un sabotaggio ed ora è corsa contro il tempo: gran parte del materiale oleoso è stato bloccato dalla diga della centrale elettrica di Piacenza ma l' "onda nera" (lunga 70 km) sembra che raggiungerà l'Adriatico e il delta del Po entro domani. Sono seicentomila litri di sostanze inquinanti, 2000 tonnellate di materiale, per la maggior parte idrocarburi. Dietro il sabotaggio appalti per un progetto milionario. Quasi 200mila metri quadri di superfici, piste ciclabili ed edifici ecosostenibili sui terreni della Lombarda Petroli, l´ex raffineria di Villasanta a Monza da cui qualcuno, nella notte tra lunedì e martedì, ha fatto uscire gli ottomila metri cubi di petrolio che hanno avvelenato il Lambro per poi riversarsi nel Po. Su quell´impianto, e sui terreni che lo circondano, dovrebbero sorgere appartamenti, negozi, capannoni industriali, un grande centro direzionale. Il rischio è reale ma si cerca di evitare la catastrofe nella catastrofe. Sui rischi di inquinamento della falda acquifera, Bertolaso ha risposto che «al momento non abbiamo indicazioni». Intanto però è il Wwf ad avvertire che «tutto l’ecosistema è in pericolo»: i dieci milioni di litri di olio combustibile e petrolio riversati sul Lambro faranno danni ai fiume, agli animali, all’agricoltura. E se dovesse raggiungere il delta del Po sarebbe a rischio anche la migrazione e lo svernamento degli uccelli acquatici.
I colpevoli? «Ecoterroristi», secondo la Procura di Monza che sta indagando per disastro ambientale e inquinamento delle acque. L’ex raffineria Lombarda Petroli di Villasanta, da cui è partita la marea nera, è sotto sequestro. Ora si lavora per bonificare le fognature e capire se ci sono state delle violazioni da parte della proprietà. L’anno scorso la proprietà aveva fatto domanda per uscire dalla lista delle aziende pericolose e per questo pare che avesse autocertificato di conservare nelle cisterne meno olio combustibile di quanto ce ne fosse davvero.

venerdì 26 febbraio 2010

La rivolta delle cariole

A quasi un anno dal terremoto, a quasi un anno di spot elettorali, promesse, campeggi, G8, puntate di porta a porta, piani casa e tanti spettacoli...6000 persone vivono ancora negli alberghi della riviera con un costo dello stato di 384000 euro al giorno.
A quasi un anno dal terremoto dell'aquila la gente continua a protestare, scende in piazza, appende le chiavi delle loro case ancora sigillate e aspetta solo di vederle abbattere, marciano su quella che è diventata una città fantasma mentre c'è gente che ancora ride felice per i soldi che il sisma gli ha portato...
Segnaliamo quella che è stata definita "La rivolta delle cariole", una forma di protesta efficace e forte, che nasce dal popolo stremato che urla e segnala una situazione ormai insostenibile, con gravi responsabilità istituzionali.
DOMENICA 28 FEBBRAIO
ORE 10 PIAZZA DUOMO - AQUILA
LIBERO L'AQUILA
È passato quasi un anno, ma in centro sembra essere passato un solo giorno. È passato quasi un anno, le transenne e i militari sono sempre là. È passato quasi un anno, nei centri storici abbandonati si odono latrati di sciacalli gelatinosi. È passato quasi un anno, pochi ridono e ingrassano, molti non hanno più casa, più lavoro, più affetti, più lacrime.
È passato quasi un anno, il cuore della città è ancora fermo e freddo È passato quasi un anno, non trovo tanti amici, sono stati costretti ad andare via. È passato quasi un anno, LE MACERIE, prima pietre della mia storia STANNO SEMPRE LA’, non si sa chi, come, quando le toglierà, non si sa ancora dove metterle.
Dopo quasi un anno, dopo tante promesse, ordinanze, spettacoli, televisioni, ho capito che devo fare qualcosa.
Dopo quasi un anno, da questa domenica e per ogni domenica metto la tuta, i guanti e la mascherina. Non per andare a sciare.
LA DOMENICA VADO A RIMUOVERE LE MACERIE DAL CENTRO STORICO CI PORTO FAMIGLIA ED AMICI
Se non le tolgono quelli che le dovrebbero togliere, allora LE TOLGO IO.
Supererò tutte le barriere. Se ancora non si sa dove metterle, allora le porto davanti casa di quelli che dovrebbero decidere dove metterle, il Consiglio Regionale alla Villa Se qualcuno crede che lo faccio per le telecamere allora non ha capito nulla. Degli spettacoli televisivi non ne posso più. Non mi fermerò fino a quando non avrò tolto l’ultima pietra. Con la mia famiglia, i miei amici, insieme a tutti gli altri liberiamo la nostra città. Insieme faremo scappare avvoltoi e sciacalli.
Insieme metteremo a nudo le responsabilità di chi doveva prevenire e Ricostruire e non l’ha fatto.
Domenica 28 alle 10.00 vado a Piazza Duomo.
Ho tute, guanti, attrezzature e carriole per tutti quelli che verranno.

giovedì 25 febbraio 2010

Marche&Energia

Convegno
LA QUESTIONE ENERGETICA NELLE MARCHE
SABATO 27 ORE 17:00
CENTRO PERGOLI - FALCONARA M.MA

Da NOCentraliApi
Questa iniziativa nasce dalla partecipazione di alcuni degli organizzatori al numero 3 della rivista "Prisma, economia, società lavoro", redatta dall'istituto di ricerca regionale Ires Marche, con un articolato commento sul numero monografico che tratta della "questione energetica nelle Marche.
A seguito di questo invito ci è sembrato naturale organizzare un momento informativo e di confronto su una questione attuale e spinosa, per evitare che tematiche così fondamentali restino appannaggio degli "addetti ai lavori", e promuovendolo anzi in uno spazio non accademico e indirizzato alla cittadinanza.
In un periodo di forti cambiamenti, anche ma non solo dettati dalla crisi globale in atto, la questione energetica assume una rilevanza strategica e si pone come uno di quegli aspetti capaci di coinvolgere e rideterminare ambiti generali e centrali che riguardano lo sviluppo produttivo, la qualità della vita, la sostenibilità ambientale, la distribuzione di risorse, l'effettiva democraticità di una comunità.[leggi il resto]

Promuovono:
Ambasciata dei Diritti Falconara
Assemblea Permanente NoCentraliAPI
Movimento a difesa del consumatore Marche

All'incontro interverranno le associazioni proponenti, la Direzione della rivista Prisma ed alcuni degli Autori quali:
Gianni Silvestrini, Direttore scientifico del Kyoto Club e della rivista QualEnergia;
Fabio Polonara, Professore dell'Università Politecnica delle Marche;
Maurizio Di Cosmo, Segretario regionale della CGIL Marche.

A seguire dibattito aperto.

mercoledì 24 febbraio 2010

Colazione da Tiffany

Di Girolamo:"I fatti riferiti non mi appartengono". "C'è una tempesta sulla mia persona ma io non conosco le accuse che mi vengono contestate. Ho letto solo quello che mi avete comunicato voi ieri sera e che ho letto stamani sui giornali.
Ho il massimo rispetto per i magistrati ma non conosco le carte. Tutti i fatti contestatemi non mi appartengono" ha ribadito il senatore. "Non ho mai avuto contatti né con la mafia né con la 'ndrangheta né con la camorra. Sono stato una sola volta ospite in Calabria di un collega per una colazione elettorale e ci sono tornato, successivamente, per ringraziare dopo l'elezione".

Nella foto: il senatore del Pdl Nicola Di Girolamo (a sinistra) insieme al boss della 'Ndrangheta Franco Pugliese.

martedì 23 febbraio 2010

L'antimafia a Tolentino

Sabato 27 febbraio, alle ore 21.00, presso l’Auditorium dell’Istituto d’Istruzione Superiore “F. Filelfo” di Tolentino, il magistrato Antonio Ingroia presenterà il suo libro “C’era una volta l’intercettazione telefonica”, edito da Nuovi Equilibri. La presentazione del libro di Ingroia costituisce una importante occasione per contribuire alla sensibilizzazione nel campo della cultura della legalità, del rispetto delle regole, dei comportamenti responsabili. Si tratta di un libro molto attuale: le intercettazioni sono nate e si sono evolute di pari passo con le tecnologie e i cambiamenti sociali. Il loro utilizzo è stato sottoposto a precise regole, la più importante delle quali è la richiesta da parte del pubblico ministero seguita dall'autorizzazione di un giudice per le indagini preliminari. Nel libro di Ingroia si va alla ricerca di fatti che dimostrino quanto il pericolo tanto gridato sia inesistente, rifacendosi alle intercettazioni per i reati di mafia e al valore che hanno in fase processuale. Chi e'? Antonio Ingroia, magistrato, si forma professionalmente a Palermo nel pool di Falcone e Borsellino. Quest'ultimo l'aveva espressamente voluto al proprio fianco. Sostituto procuratore a Palermo dal 1992 con Gian Carlo Caselli, diviene un importante pubblico ministero antimafia, si occupa di noti casi legati alla malavita organizzata e conduce processi di una certa rilevanza sui rapporti tra la mafia e il mondo della politica e dell'economia. Nel 2009 è stato nominato procuratore aggiunto della procura distrettuale antimafia di Palermo.
L’incontro è promosso dall’Associazione Città del Sole di Tolentino con il patrocinio e sostegno del Comune.
Video: Ingroia sul processo breve
Video: Ingroia: la mafia e Berlusconi

lunedì 22 febbraio 2010

Papale papale

«E Gesù entrò nel Tempio di Dio, e scacciò tutti coloro che compravano e vendevano nel tempio, rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie di coloro che vendevano le colombe» [Matteo 21:12]. Iniziamo con una citazione addirittura biblica per commentare l'angelus di ieri, nel quale Ratzinger (non so con quale coraggio) ha detto che "potere e fame di beni materiali sono tentazioni di Satana". Detta dal papa una frase del genere ci fa un pò sorridere. Proprio lui, capo della religione più diffusa e senza dubbio l'uomo più potente del mondo, che ogni giorno riesce a muovere milioni di cittadini dei 5 continenti facendoli obbedire e pendere dalle sue labbra, umilmente sotto le spoglie di Dio in terra. Con che faccia Josef pronuncia tali parole se si pensa al potere e ai beni materiali che possiede il Vaticano. Ma andiamo ad analizzarli: il 20% del patrimonio nazionale italiano appartiene alla chiesa e un quarto di Roma è della Curia. Solo nella capitale infatti esistono 400 istituti di suore, 300 parrocchie, 250 scuole cattoliche, 200 chiese non parrocchiali, 200 case generalizie, 90 istituti religiosi, 65 case di cura, 50 missioni, 43 collegi, 30 monasteri, 20 case di riposo, altrettanti seminari, 18 ospedali, 16 conventi, 13 oratori, 10 confraternite, sei ospizi e molto altro ancora. Sono quasi 2000 gli enti religiosi residenti a Roma e risultano proprietari di circa 20 mila terreni e fabbricati, suddivisi tra città e provincia; senza contare le proprietà all’estero. «A metà degli anni ‘90 i beni delle missioni si aggiravano intorno ai 800-900 miliardi di vecchie lire, oggi dovrebbero valere dieci volte di più», osserva l’immobiliarista Vittorio Casale, massone conclamato che all’epoca era stato chiamato dal cardinale Jozef Tomko a partecipare ad un progetto di ristrutturazione del patrimonio di Propaganda Fide, il ministero degli Esteri del Vaticano. A Roma, solo i pellegrini che alloggiano nelle strutture ecclesiastiche, portano al Vaticano 5 miliardi di euro l'anno, alle quali è da aggiungere i milioni di euro derivanti dall'8 per mille, gli sgravi fiscali, l'esanzione dall' Ici, le milioni di offerte private e altre migliaia di forme di investimento che fanno del Vaticano lo stato più ricco della Terra. E che dire della Banca Vaticana o IOR (Istituto Opere Religiose e carità... fra l'altro proprietario anche di alberghi di lusso e fino a poco tempo fa, legato all'industria farmaceutica svizzera Serono, produttrice di anticoncezionali) il cui patrimonio sfiora i 6 miliardi. E che dire dei loschi avvenimenti legati al Vaticano come rapporti omosessuali segreti, pedofilia, numerosi morti molto sospette con tratti massonici come il falso suicidio di Roberto Calvi, finanziere del Vaticano trovato impiccato a Londra nel '82 e il coinvolgimento addirittura di Licio Gelli, fondatore della loggia P2, indagato per legami con il Banco Ambrosiano ecclesiastico. Il papa ci viene a raccontare di potere quando è a capo dell'istituzione più potente del mondo, che smuove le masse, che orienta le elezioni, i governi, comanda i politici, i medici, gli economisti, banchieri e mercanti. Ratzinger è l'unico azionista della Banca Vaticana, e ciò ne fa praticamente l'uomo più ricco del pianeta e il proprietario di quel tempio citato da Matteo.

venerdì 19 febbraio 2010

Appello Nucleare

Da Greenpeace
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo che disciplina la localizzazione e la realizzazione di nuove centrali nucleari. Ma non ci diranno - prima delle elezioni - in quali Regioni intendono costruire gli impianti!! È un diritto di noi cittadini saperlo!
La nostra campagna contro questa scelta rischiosa e troppo costosa va avanti. Partecipa anche tu e firma l´appello sul sito www.nuclearlifestyle.it per chiedere ai candidati alle elezioni regionali del 28 e 29 marzo di dire No al Nucleare. Contro un governo che continua a imporre le sue scelte, l´opposizione delle Regioni è l´unica possibilità che abbiamo per fermare il ritorno del nucleare nel nostro Paese.

Firma l'appello contro il nucleare. Subito!
http://www.greenpeace.it/nuclearlifestyle/petizione.html

lunedì 15 febbraio 2010

Acqua Bene Comune

Appello per la manifestazione
Per la ripubblicizzazione dell’acqua, per la tutela di beni comuni, biodiversità e clima, per la democrazia partecipativa

Insieme, donne e uomini appartenenti a comitati territoriali e associazioni, forze culturali e religiose, sindacali e politiche, abbiamo contrastato i processi di privatizzazione dell’acqua portati avanti in questi anni dalle politiche governative e in tutti i territori.

Insieme abbiamo costituito il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e raccolto più di 400.000 firme a sostegno di una proposta di legge di iniziativa popolare per la tutela, il governo e la gestione pubblica dell’acqua.


Mentre la nostra proposta di legge d’iniziativa popolare giace nei cassetti delle commissioni parlamentari, l’attuale Governo ha impresso un’ulteriore pesante accelerazione, approvando, nonostante l’indignazione generale, leggi che consegnano l’acqua ai privati e alle multinazionali (art. 23bis, integrato dall’ art. 15-decreto Ronchi).

Non abbiamo alcuna intenzione di permetterglielo.

La nostra esperienza collettiva, plurale e partecipativa è il segno più evidente di una realtà vasta e diffusa, di un movimento vero e radicato nei territori, che ha costruito consapevolezza collettiva e capacità di mobilitazione, sensibilizzazione sociale e proposte alternative.

Chiamiamo tutte e tutti ad una manifestazione nazionale a Roma sabato 20 marzo, per bloccare le politiche di privatizzazione dell’acqua, per riaffermarne il valore di bene comune e diritto umano universale, per rivendicarne una gestione pubblica e partecipativa, per chiedere l’approvazione della nostra legge d’iniziativa popolare, per dire tutte e tutti assieme

“L’acqua fuori dal mercato !”.

Nella nostra esperienza di movimenti per l’acqua, ci siamo sempre mossi con la consapevolezza che quanto si vuole imporre sull’acqua e in ciascun territorio è solo un tassello di un quadro molto più ampio che riguarda tutti i beni comuni, attraversa l’intero pianeta e vuol mettere sul mercato la vita delle persone.

La perdurante crisi economica, ambientale, alimentare e di democrazia, è la testimonianza dell’insostenibilità dell’attuale modello di produzione, consumi e vita.
Il recente fallimento del summit ONU di Copenaghen è solo l’ultimo esempio dell’inadeguatezza delle politiche liberiste e mercantili, incapaci di rispondere ai diritti e ai bisogni dell’umanità.

Se il mercato ha prodotto l’esasperazione delle diseguaglianze sociali, la cronicità della devastazione ambientale e climatica, la drammaticità di grandi migrazioni di massa, non può essere lo stesso mercato a porvi rimedio.

Analogamente alle battaglie sull’acqua, in questi anni e in moltissimi territori, sono nate decine di altre resistenze in difesa dei beni comuni.

Significative mobilitazioni popolari, capaci di proposte alternative nel segno della democrazia condivisa, stanno tenacemente contrastando la politica delle “grandi opere” devastatrici dei territori, una gestione dei rifiuti legata al business dell’incenerimento, un modello energetico dissipatorio e autoritario, basato su impianti nocivi ed ora anche sul nucleare.

Rappresentano esperienze, culture e storie anche molto diverse fra loro, ma ugualmente accomunate dalla voglia di trasformare questo insostenibile modello sociale, difendendo i beni comuni contro la mercificazione, la salute contro tutte le nocività, i territori contro le devastazioni ambientali.

Chiamiamo tutte queste realtà a costruire assieme la manifestazione nazionale di sabato 20 marzo.

Ciascuna con la propria esperienza e specificità, ciascuna con la propria ricchezza e capacità.

Pensiamo che la manifestazione, oltre ad essere un importante ed unificante momento di lotta, ponga con intelligenza e determinazione la questione della democrazia partecipativa, ovvero l’inalienabile diritto di tutte/i a decidere e a partecipare alla gestione dell’acqua e dei beni comuni, del territorio e dell’energia, della salute e del benessere sociale.

Consapevoli delle nostre differenze, accomunati dal medesimo desiderio di un altro mondo possibile.


FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA

domenica 14 febbraio 2010

La lista rompiscatole

Il tonno in scatola è la conserva ittica più venduta sul mercato mondiale, ma l’industria del tonno al momento non può esser considerata sostenibile. Come si può leggere nel rapporto “Tonno in trappola” di Greenpeace, la pesca al tonno minaccia le risorse ittiche, sovrasfruttando gli stock di tonno, danneggiando l’ecosistema marino e causando ogni anno la morte di migliaia di squali, tartarughe marine e altre specie. L’Italia è uno dei più importanti mercati mondiali per il tonno in scatola e il secondo più grande produttore in Europa. Per questo Greenpeace ha lanciato un’indagine sulla sostenibilità delle scatolette di tonno vendute nel nostro Paese, inviando un questionario a punti a ben 14 aziende che coprono più dell’80% del mercato italiano. La “classifica rompiscatole” si basa sui risultati di questa indagine e vuole spingere le imprese verso una maggiore sostenibilità e orientare i consumatori ad acquisti più responsabili.
Poca trasparenza nelle etichette, dubbi su contenuto e provenienza del pesce. Ma che ci danno da magnà? clicca quì per scoprire quali marche di tonno sono da evitare.
Video della mattanza dei tonni a Procida.
Tralasciando i commenti del reporter, le immagini sono agghiaccianti.

sabato 13 febbraio 2010

ZOOM: L'ipotesi nucleare

Illustri esponenti politici sostengono che ritornare al nucleare sia una buona soluzione per la crisi energetica e climatica, dato che la considerano rinnovabile (c’è chi ancora crede che l’uranio sia inesauribile) e pulita. In effetti, una centrale nucleare in attività non comporta una rilevante produzione di anidride carbonica: il fumo bianco che si vede uscire è solo vapor acqueo (tra l’altro anch'esso è un gas ad effetto serra). Ma se si considera l’intero ciclo di vita (Life Cycle Assessment - LCA) del combustibile (l’isotopo Uranio-235), allora ci si rende conto che produrre elettricità da fissione nucleare comporta immettere in atmosfera molta CO2. Le operazioni da effettuare per poter utilizzare Uranio-235 sono diverse (estrazione, macinazione, conversione, arricchimento, fabbricazione del combustibile ed eventuale riprocessamento) e tutte richiedono a loro volta energia, oggi fornita dai soliti combustibili fossili. C’è poi da considerare l’operazione di gestione delle scorie nucleari (che hanno un tempo di decadimento radioattivo di circa 250000 anni ndr) e manutenzione della centrale stessa. Nel calcolo finale delle emissioni prodotte, bisogna analizzare anche l'estrazione di Uranio e la sua concentrazione, considerando che al mondo esistono poche miniere ad alta concentrazione del minerale (soprattutto in Canada), ed alcune di esse sono difficili da trattare e richiedono molta energia di estrazione. Secondo il rapporto dell’Oxford Research Group, assumendo una vita operativa media della centrale nucleare pari a 35 anni ad una efficienza dell’85%, la quantità in grammi di CO2 emessa per chilowattora elettrico (gCO2/kWh) è da riferire ad un valore medio di 103 unità. Confrontiamo ora questo dato con le emissioni derivanti da altre fonti comuni:
Generatore a carbone
circa 1000 gCO2/kWh;
Cella ad idrogeno:
664 gCO2/kWh;
Biomasse: 14 - 41 gCO2/kWh (dipende dal tipo di biomassa);
Geotermico: 38 gCO2/kWh;
Solare termico: 13 gCO2/kWh;
Solare fotovoltaico: 32 gCO2/kWh;
Eolico: 10 gCO2/kWh.
Non dimentichiamo inoltre che l'uranio è esauribile e sempre secondo studi condotti dall’Oxford Research Group, entro il 2070 (nella migliore delle ipotesi) la percentuale di Ossido di Uranio presente nelle riserve residue sarà al di sotto dello 0,01%. Il nucleare quindi non può essere considerato come una reale soluzione alla crisi economico-ambientale, e se si considera la rapida crescita dei consumi di Cina ed India, questa risorsa potrebbe soddisfare il 30% della domanda mondiale di elettricità per non più di 40 anni.
La centrale nucleare per ovvi motivi di sicurezza, deve essere costruita lontano dai grandi centri urbani e l’enorme quantità di calore che produce non può essere utilizzata ad esempio, per il riscaldamento domestico, in qunto il suo trasporto nelle lunghe distanze non è economicamente vantaggioso. Ad ogni modo, il problema mondiale non è l'energia elettrica, perché se noi andiamo a vedere gli usi finali dell’energia, il 32% serve per produrre carburante per i trasporti, il 31% per basse temperature (es. per il riscaldamento domestico), il 17% per alta temperatura (uso industriale), il 6% è media temperatura (es. cucina), ed infine il rimanente 14% è per l’elettricità. Quindi, anche se si risolvessero i problemi legati alle emissioni da parte dell’industria elettrica, rimarrebbe quel 54% legato al bisogno di calore e quel 32% legato ai trasporti, che continuerebbero ad emettere CO2.
Il problema dei cambiamenti climatici e dell'energia in generale è quindi molto complesso, e non può essere assolutamente banalizzato ad una semplice questione nucleare si o nucleare no, o ancora affrontato con un approccio riduzionistico. Il problema anzi deve essere affrontato con un approccio di tipo olistico, così da permettere un cambiamento radicale del sistema stesso.
Infatti, ciò su cui occorre investire è il passaggio da una struttura centralizzata di generazione dell’energia, basata su poche e grandi centrali funzionanti con fonti fossili (e anche sul nucleare), ad un sistema delocalizzato, decentrato, basato su tante e piccole centrali alimentate con fonti rinnovabili; un sistema questo che tiene conto degli usi finali dell’energia e delle reali esigenze energetiche locali, evitando gli sprechi.
Grazie a Stefano Marino

venerdì 12 febbraio 2010

M' illumino di meno

Oggi, per il 6° anno consecutivo, la trasmissione di Radio2 Caterpillar ha promosso la giornata nazionale del risparmio energetico "M'illumino di meno". Nelle passate edizioni, il grido di battaglia era quello di spegnere qualsiasi luce superflua per un giorno, e così i maggiori monumenti nazionali rimanevano al buio. Quest'anno la ricetta è cambiata: la luce ci sarà, purché derivante da fonti rinnovabili! Ogni hanno la maggioranza dei comuni, associazioni e scuole d'Italia, aderisce all'iniziativa così da dimostrare che oggi giorno la nostra società consuma e spreca più energia di quella necessaria. Molte centrali elettriche (e soprattutto quelle in progetto come le nucleari) sarebbero addirittura superflue se i cittadini venissero correttamente informati e imparassero a non sprecare elettricità. Solo noi, uniti possiamo davvero cambiare le cose.
Di seguito alcuni importanti consigli per la casa, una delle più grandi fonti di consumo energetico.


1) Lampadine -Usa quelle a basso consumo: durano 5000 ore in più e consumano l’ 80% in meno. Spegni le luci quando non servono, pulisci le lampadine e fai entrare la luce del sole in casa.
2) Usa elettrodomestici di Classe A i quali consumano molto meno di quelli più vecchi.
2) La lavatrice: Utilizzala solo a pieno carico. Separa il bucato in base al tessuto e al livello di sporco da lavare. Evita il prelavaggio per la biancheria poco sporca (in tal modo risparmi energia, acqua e detersivo). Utilizza i programmi di lavaggio a temperature non molto elevate (40°C/60°C).
3) La lavastoviglie: Utilizzala solo a pieno carico, evitando il prelavaggio e l’ asciugatura automatica.
4) Il frigorifero consuma 290 kWh/anno ed è in funzione ogni giorno. Colloca il frigo distante dalla parete, lontano da fonti di calore e non riporvi cibi caldi. Regola il termostato su posizioni intermedie poiché temperature troppo fredde fanno aumentare i consumi del 10/15 % e causano la comparsa di ghiaccio nelle tubature. Apri il frigo solo quando serve, per poco tempo e senza spalancare lo sportello.
5) Il condizionatore consuma 500 kwh/anno per un tempo medio d' utilizzo di 2 mesi l'anno. Quando il condizionatore è acceso, non aprire le finestre (ad ogni sbalzo di temperatura aumenta il consumo di energia). Non superare i 6-7°C di differenza tra la temperatura esterna e quella interna. Evita l'esposizione del condizionatore ai raggi diretti del sole per non ridurne l'efficienza. Esegui una corretta manutenzione dell’ apparecchio.
6) Lo scaldabagno consuma 2.030 kwh/anno. Integralo con un pannello solare termico. Installa lo scaldabagno vicino al punto di utilizzo e regola il termostato a 45°C in estate e a 60°C in inverno. Fai una annuale manutenzione e controlla la presenza di calcare nella serpentina.
7) Il forno elettrico consuma 173 kwh/anno per un tempo medio d' utilizzo di 1 ora alla settimana. Durante la cottura apri lo sportello il minimo indispensabile. Spegni il forno poco prima della completa cottura dell' alimento e sfrutta il calore residuo per scaldare o tenere caldi altri alimenti.

giovedì 11 febbraio 2010

Round democratici

"Il parlamentare fà i gestacci". Al governo dovrebbe esserci un registro, come quelli a scuola, dove i professori annotano tutti i comportamenti scorretti dei bambini. Il parlamento è la sede della democrazia italiana, il posto dove si dibatte, ci si confronta, si impara dagli altri e si costruisce una società migliore. Così è scritto nei libri e nei depliant turistici di Palazzo Chigi.
Ieri il governo votava un ddl su questioni agricole e abbiamo ricevuto un'altra bella lezione di civiltà da chi gestisce la nostra moderna democrazia. Il clima era acceso, il governo viene battuto 3 volte e al terzo ko, Fabio Evangelisti (Idv) si rivolge al Ministro dell'agricoltura Zaia (lega): “Se avesse un po’ di dignità, si dimetterebbe”. La lega inizia ad urlare "scemi" e Evangelisti risponde mimando il “gesto della scimmia” (in giornata, il carroccio aveva criticato una mostra su Darwin) e dice che "quando si parla di scimmie, ecco che compaiono i cori da stadio". Scoppia la rissa alla Camera: la lega insorge e si lancia contro i banchi dell'Idv con tanto di insulti, parolacce, gestacci, minacce, lancio di oggetti. Fabio Rainieri (lega) ed Evangelisti si menano: risultato un pugno a testa, però pare che il carroccio sia ridotto peggio. Casini racconta: "Siamo allo squadrismo, non si può trasformare la Camera dei deputati nella Camera dei fasci". Fuori dall'aula, Evangelisti parla con i giornalisti. Passa il leghista Brigandì. "Ecco, Brigandì era uno di quelli che voleva menarmi...".Come se non bastasse, come se ancora non avessimo grattato il fondo, ecco la ciliegina democratica di uno dei nostri parlamentari e rappresentanti al governo: "Guarda che se vuoi posso farlo anche adesso", replica. Poi urla: "Guarda che a me non me ne fotte un cazzo. Non farti vedere in giro, perché se ti incontro e non c'è nessuno ti spacco la faccia. Dì una parola e ti spacco il culo". I commessi allertati, impediscono il contatto fisico, ma Brigandì, insiste. Chiede aiuto ad altri leghisti a mò di squadraccia. "Lo stronzo è lì, andiamolo a prendere", incita. Gli altri non lo seguono. Oggi i provvedimenti dell'Ufficio di presidenza.
Seduta sospesa e aggiornata a domani, per il secondo round.

mercoledì 10 febbraio 2010

Avatar non e' solo fantasia, e' anche realta'


Inizia cosi' l'appello al regista James Cameron lanciato da Survival International, organizzazione che difende i diritti dei popoli indigeni. In India, nello stato di Orissa, la tribu' dei Dongria Kondh sta combattendo una battaglia molto simile a quella raccontata nel film per difendere la propria terra da una compagnia mineraria che vuole distruggere la montagna sacra.

Per maggiori informazioni http://www.survival.it/film/mine

(Fonte: Lanuovaecologia)
La censura perdona i corvi,
ma non risparmia le colombe.

(Decimo Giuinio Giovenale)La libertà è la nostra forza.
Libera rete in libero Stato.

martedì 9 febbraio 2010

La morte e lo spot elettorale

Ad un anno dalla morte di Eluana Englaro, la ragazza completamente invalida e costretta a letto da ben 14 anni, Berlusconi è rammaricato per non aver realizzato in tempo una legge che ne impedisse la morte. In uno Stato sempre più cristiano che laico come l'Italia, pare che si miri ad ottenere l'obbligo di seguire pratiche a mio parere immorali come l'accanimento terapeutico, l'obiezione di coscienza e la forzatura alla sopravvivenza di malati terminali e incapaci di intendere e volere. Quell'angelo di Berlusconi, mosso più da una campagna elettorale imminente che da una improvvisa e riscoperta umanità; ha scritto una lettera alle suore misericordine della clinica Beato Luigi Talamoni che si sono occupate di Eluana per tutto il periodo della sua sopravvivenza a letto. "Vorrei ringraziarvi per la discreta e tenace testimonianza di bene e di amore che avete dato in questi anni di cura ad Eluana e a tutte le persone che assistete lontano dai riflettori e dal clamore". La risposta delle suore: "Che Eluana fosse viva era un'evidenza. Quando la si chiamava per nome reagiva con una quasi impercettibile agitazione che però noi, abituate a starle accanto, coglievamo. E la sua pelle, sembrava assaporare le carezze" dice suor Albina Corti. Qui ci scappa la lacrima. Ma che buone sono le suore e i preti, soprattutto coi bambini...e che brav'uomo che è Berlusconi. Ma perhé non si è rammaricato anche per i 31 morti di Viareggio, il 29 Giugno 09 per un treno deragliato? Perché non ha ammesso che era colpa sua e dei tagli che il governo ha fatto alle ferrovie oggi in decadenza? e che dire di Stefano Cucchi, palesemente e barbaramente massacrato dalle forze dell'ordine dello Stato? Oppure Vito Scafidi, un ragazzo di 17 anni morto schiacciato dal crollo del tetto della sua scuola? Chi ha tagliato i fondi alle scuole, Silvio...dai dicci; le toghe rosse? Perché non si rammarica ogni giorno per i migliaia di morti sul lavoro causati dalla mancanza di una corretta legislazione? Questi si che sono morti che il santo avrebbe potuto e dovuto evitare...Caro B, ti conosciamo fin troppo bene per abboccare ancora alle tue cazzate perbeniste. Tranquillo, se un giorno rimarrai costretto e inerme su un letto, ti lasciamo vivo e veniamo a trovarti ogni giorno per recitarti la Costituzione Italiana al posto dei vespri.

lunedì 8 febbraio 2010

Compagni di merenda ad Arcore

"Nel 1994, l'ingegner Lo Verde, alias Bernardo Provenzano, mi fece avere una lettera destinata a Dell'Utri e Berlusconi. Io la portai subito a mio padre, in carcere. Mi disse che con quella lettera si voleva richiamare Berlusconi e Dell'Utri, perché ritornassero nei ranghi. Mio padre mi diceva che Forza Italia era nato grazie alla trattativa e che Berlusconi era il frutto di tutti questi accordi. Oggi è rimasta solo una parte di quella lettera, eppure fino a pochi giorni prima della perquisizione fatta dai carabinieri nel 2005 a casa mia, il documento era intero. Ne sono sicuro. Non so cosa sia successo dopo". In ciò che è rimasto nella lettera si legge: «... posizione politica intendo portare il mio contributo (che non sarà di poco) perché questo triste evento non ne abbia a verificarsi. Sono convinto che questo evento, onorevole Berlusconi, vorrà mettere a disposizione le sue reti televisive». Massimo Ciancimino spiega: "Provenzano voleva una sorta di consulenza da parte di mio padre". Berlusconi aveva detto che "se un suo amico fosse sceso in politica, lui non avrebbe avuto problemi a mettere a disposizione una delle sue reti" e Provenzano era uno di questi suoi "amici". Secondo Massimo Ciancimino "A mio padre, nel rapporto con Cosa nostra, si sarebbe sostituito Marcello Dell'Utri". SERVIZI SEGRETI: Nell’audizione del pentito torna il misterioso “signor Franco”, l’agente dei servizi segreti che secondo Ciancimino junior sarebbe stato in contatto con il padre e con Provenzano. “Dopo un’intervista con Panorama, in cui emergeva in qualche modo un mio ruolo nell’arresto di Riina, il signor Franco mi invitò caldamente a tacere e a non parlare più di certe vicende perché tanto non sarei mai stato coinvolto e non sarei mai stato chiamato a deporre. Cosa che effettivamente avvenne – accusa Ciancimino junior - visto che fino al 2008, quando decisi di collaborare con i magistrati, nessuno mi interrogò mai”. Anche durante gli arresti domiciliari Massimo Ciancimino avrebbe ricevuto una strana visita: “Un capitano dei carabinieri – dice il testimone – mi invitò caldamente a non parlare della trattativa e dei rapporti con Berlusconi”.
Da Repubblica

Insomma un pentito di mafia, per la seconda volta, rivela i rapporti fra il Capo del Governo e la mafia. La stampa internazionale insorge, l'opinione pubblica tace. Solo Bondi parla: "Fango e calugne pre elettorali"

Video: Berlusconi e la Mafia

domenica 7 febbraio 2010

Il gusto della democrazia

In Italia, esistono dei lager che una volta si chiamavano lager, poi Cpt e oggi sono stati aggiornati e chiamati Cie (Centri di Identificazione ed Espulsione). Gli immigrati irregolari, i richiedenti di asilo politico (che sono i rifugiati scappati da nazioni martoriate dalla guerra) e gli stranieri con permesso di soggiorno scaduto, vengono rinchiusi là dentro per 6 mesi circa (giusto il tempo per qualche registrazione e manganellata), prima di essere rispeduti nelle loro terre d'origine. Tali centri sono stati più volte citati da organizzazioni umanitarie quali Amnesty Internacional e Medici senza frontiere come luoghi di violazione dei diritti fondamentali dell'uomo, in territorio europeo. In questi centri, gestiti da organizzazioni italiane (come Coop, Cei ecc...) o dal governo stesso, vengono sistematicamente commesse violenze, sopprusi e torture più volte documentate e comprovate. Nessun procedimento giudiziario evidente è stato messo in moto contro i responsabili di questi maltrattamenti. Fonti e testimonianze attendibili, fanno inoltre scoprire che nelle mense di alcuni Cie come in quelli di Torino e Bologna, si servono pasti avariati e aggiunti di psicofarmaci per calmare i detenuti. Di seguito, una lettera lasciata anonima (per evitare ritorsioni) spedita al gruppo "Anti Cie" di Bologna, il quale si è più volte battuto contro i sopprusi continui dentro a questi lager legalizzati del nostro Bel Paese.

Ciao, sono F. spero che questa lettera ti trovi bene. Ti scrivo questa lettera per chiedere una mano da qualcuno perché stiamo tutti a soffrire qui. Uno che soffre dentro ogni tanto pensa di fare una cosa male addosso e sarà quel che sarà perché siamo a cercare la libertà a questa vita. Non lo so perché sono qua. Una settimana fa ho fatto una corda però c’è qualcuno mi ha salvato la vita. Ho sveglio la mattina. Lo trovo mangiare con un gusto strano. Poi al pomeriggio lo stesso, cosa da mangiare fa schifo. Ho andare per la doccia, trovo acqua con una puzza lascia anche qualcosa bianca ai capelli e anche alla carne. E poi vedo tutta la stanza sporca. Questo centro ha 50 posti e ci sono 52 persone e tutti che fanno lavoro dentro trattano male, anche il medico. E se parli con loro,loro mandano a fanculo non lo so come si fa a farsi passare tutte queste cose. Finalmente, se c’è qualcuno che mi aiuta e mi serve una mano per farmi uscire fuori, sono stanco e sono a soffrire per tutte queste cose. E non c’è nessuno umano qui per me, loro mi trattano così. Siamo delle persone. Grazie.

sabato 6 febbraio 2010

Nobel ad Internet

La potenza di internet è innegabile e il web è forse la più grande invenzione democratica della storia dell'uomo. La fluidità e velocità in cui miliardi di informazioni vengono liberamente pubblicate ogni istante, permette un scambio culturale potenzialmente infinito fra i popoli, e questo chiaramente spaventa i regimi della terra...
E se il prossimo Nobel per la Pace lo vincesse Internet? La proposta, (lanciata da Wired, rivista di culto dedicata ai nuovi mondi della rete) ha ottenuto l'appoggio di Shirin Ebadi, premio Nobel per la Pace nel 2003 per la sua attività a difesa dei diritti umani in Iran. Ed è proprio dall'Iran e dai video della rivolta di Teheran che parte la richiesta di Internet for Peace. Come le immagini di Neda, la ragazza uccisa durante gli scontri della scorsa estate, il cui sguardo ripreso da un telefonino e rimbalzato sui computer di tutta la rete è diventato il simbolo drammatico della protesta. O come i video clandestini sulle perquisizioni notturne della polizia iraniana a caccia degli studenti ribelli. Per non parlare dei blog, capaci di rompere la censura, in Cina come a Cuba e ancora in Iran per portare la voce di chi si ostina a resistere e a sognare un mondo diverso (a questi paesi, è da aggiungere l'Italia nella lista degli unici stati al mondo ad aver manifestato dissensi contro il web ed aver ostacolato il libero scambio di informazioni nella rete virtuale. ndr). "Internet può anche essere usata per favorire guerre e terrorismo, come dimostra l'opera di proselitismo dei talebani. Ma il passaparola della sollevazione a Teheran che ha viaggiato al ritmo di 220mila messaggi all'ora - ha detto Shirin Ebadi a Wired Italia - è stato troppo impetuoso per lasciare anche il minimo dubbio sul fatto che senza la rete, la stessa rivolta non sarebbe stata possibile. Non è un caso che ai primi processi contro i dimostranti, il procuratore generale abbia accusato Google, Facebook, e Twitter di complottare contro l'ordine costituito".
L'appoggio politico all'iniziativa da parte del senatore democratico Vincenzo Vita, servirà a dare peso alla proposta, soprattutto quando le delegazioni dei diversi Paesi dovranno recarsi a Oslo a sostenere la candidatura. Resta un quesito. Se nel 2010 il Nobel per la Pace dovesse davvero andare a Internet, chi andrà a ritirare il premio e pronunciare il discorso? Nel democratico mondo della rete nessuno ha più diritti degli altri. E questo, da solo, è già un ottimo motivo per sostenere la candidatura.

giovedì 4 febbraio 2010

"Legittimo un cazzo"

Oggi abbiamo scelto la linea dura perché non c'è alcun motivo per rispettare la morale. Come cittadini europei, ci riteniamo moralmente offesi per l'operato di un governo vergognoso, farabutto e corrotto. Ai personaggi del Pdl del nostro governo, in media spetta un processo ogni 3 giorni, ed è ovvio che in questo modo non si può governare...
Approvato al Parlamento il "Legittimo impedimento": una legge che, una volta superato Senato e Capo di Stato (Napolitano ha già fatto sapere in un colloquio con Alfano, che firmerà la legge), consentirà solo al Presidente del consiglio e ai suoi Ministri, di poter rinviare le date dei processi a loro carico, nel caso in cui siano impossibilitati ad assistervi. Dico solo perché il presidente della Repubblica e della Camera, si sono rifiutati di farsi inserire nella lista degli impunibili...gesto lodevole anche se teoricamente normale in una qualsiasi democrazia.
Oltre ad essere l'ennesima legge ad personam, un' aspetto davvero ridicolo è che i permessi sull'impossibilità ad andare in tribunale, sono firmati e certificati dallo stesso Berlusconi...geniale! Come quando alle superiori, non vediamo l'ora di diventare maggiorenni, così da poterci firmare da soli le assenze a scuola. Grazie a questa legge il processo potrà essere rinviato per un massimo di 18 mesi e la scusa ufficiale a sostegno della riforma è che si deve "assicurare il normale svolgimento del governo"; dove normale sta per proteggere quei ladri al Parlamento e permettergli di continuare a gestire loschi affari. Il legittimo impedimento quindi tranquillizza B. e i suoi almeno per un anno e si avrà tutto il tempo per preparare il processo breve e il lodo Alfano bis (già pronto fra una settimana, a detta del guarda sigilli) così da togliere ogni dubbio di condanna per quei farabutti della casta. Il popolo viola ha manifestato in questi giorni davanti a Palazzo Chigi con slogan del tipo "Legittimo un cazzo", per dimostrare che "la gente non è stufa: è incazzata. Berlusconi sistema i fatti suoi e si dimentica della gente". Già, B non ha tempo per i processi Mills e Mediaset, però pare che ce l'abbia il sabato mattina per andare in Prefettura a sistemare i 700 milioni di euro chiesti dalla moglie Veronica per il divorzio. E che dire di quel sant'uomo di Bertolaso (capo della protezione civile), che in realtà anche lui nasconde un capo d'accusa pendente: un rinvio a giudizio dalla procura di Napoli sulla presunta "gestione di rifiuti in violazione significativa delle autorizzazioni". Non è strano che proprio qualche giorno fà il Premier l'abbia tanto e stranamente lodato, annunciando di volerlo fare Ministro, come premio per i suoi "miracoli" all' Aquila? Forse sarebbe proprio il miracolo di diventare ministro che permetterebbe anche a quel brav'uomo di Bertolaso di cadere sotto l'immunità del "legittimo impedimento". Il nostro Capo di Governo e i suoi seguaci, guadagnano immunità giorno per giorno, sbattendosene del popolo e della figura che ci facciamo noi come italiani mel mondo. In questo modo si perde totalmente l'etica di civiltà ed è lo stesso governo e insegnarci ad essere egoisti e svincolare fra le leggi per godere di una impunità legislativa, ma non di certo morale...
Ecco perché il titolo di questo post che non è di certo immorale rispetto all'etica di ciò che oggi ha fatto il governo per il suo paese.
Non si salva nessuno...o meglio, si salvano tutti!

martedì 2 febbraio 2010

Caccia grossa

"l'86% degli italiani, di destra e di sinistra, pensa che chi si diverte ad ammazzare poveri animali indifesi dovrebbe ficcarsi le doppietta in culo..."

(clicca per ingrandire)

da Il Fatto Quotidiano del 31/01/2010

lunedì 1 febbraio 2010

Contro una democrazia cristiana...

In Italia è appena nato un partito che farà sicuramente discutere: "Democrazia Atea". Indipendente, non ha legami con altri partiti già costituiti e soprattutto, pare che non cerchi appoggi da parte della Chiesa... Da dove viene l'idea? Sembra paradossale (o forse no...) ma tutto è partito proprio dalla cattolicissima Camerino.
La presentazione ufficiale del partito si è svolta a Roma il 19 Gennaio 2010, presso la sede della Stampa Estera Italiana, davanti ad un gremito gruppo di giornalisti italiani e stranieri. Il segretario nazionale, l'Avv. Carla Corsetti ha presentato il programma politico di Democrazia Atea i quali punti, abbastanza "scottanti" per un italiano medio avvezzo alle imboccate vaticane e berlusconiane dal telecomando; mirano all'abbattimento di molti pilastri della politica italiana. Nei 66 punti del programma, si spazia dalle tematiche del lavoro alla scuola, dai diritti del cittadino all'immigrazione, fino all'ambiente; incentrando spesso l'attenzione sulle pesanti e forti influenze che lo stato Vaticano esercita sullo Stato italiano. Ad esempio, tra gli "Obbiettivi fondamentali" si legge: "Abrogazione dei Patti Lateranensi e di tutti i profitti e le facilitazioni economico-finanziarie che la chiesa vaticana riceve dai cittadini e dallo Stato italiano. Testamento Biologico, Conflitto d'interesse, adozioni, eutanasia etc. Si attaccano i veri e propri tabù storicamente imposti dalla Chiesa cattolica e pare proprio che D.A. voglia sradicarli dall'interno. Vengono criticate leggi e decreti del Ministro Gelmini che continua a martoriare la scuola pubblica e la ricerca in Italia; e neanche le assurde "Missioni di Pace" e la legge Biagi sul precariato vengono risparmiate. Insomma, un programma talmente innovativo che, in uno stato vecchio come il nostro, sembra un'utopia. Invece non è così: questo è l'ennesimo esempio di come il popolo, in diverse forme, si stia organizzando (ora finalmente anche nella stessa intricata e corrotta politica italiana); stanco degli attacchi al Diritto dell'uomo e alla Costituzione, da parte di organizzazioni quali la Chiesa che sembrano non accettare l' attuale sistema democratico e continuano imperterrite (aiutate dalle stesse istituzioni) a minare la nostra libertà individuale.
Nella foto, Carla Corsetti e il giudice Tosti