A sorpresa ieri Josef Ratzinger ha firmato, insieme alla pratica riguardante Giovanni Paolo II, il decreto che riconosce «le virtù eroiche» di Eugenio Pacelli (Papa Pio XII dal 1939 al 1958) sbloccando così il suo processo di beatificazione fermo da tempo a causa delle polemiche sui suoi silenzi davanti all' Olocausto. Una parte del mondo ebraico, alcune organizzazioni ed autorevoli rabbini, hanno chiesto la moratoria alla beatificazione fino a quando non saranno pubblicati i documenti degli archivi vaticani relativi al pontificato pacelliano. Ratzinger ha deciso di non aspettare oltre...
Nel museo della Memoria a Gerusalemme, lo Yad Vashem, vi è una targa su Pio XII che il Vaticano ha chiesto inutilmente di rimuovere, anche in occasione della visita di Josef nel maggio scorso. Sotto la foto di Pacelli, la didascalia racconta che "eletto nel 1939, il Papa mise da parte una lettera contro l'antisemitismo e il razzismo preparata dal suo predecessore". Anche quando i resoconti sulle stragi degli ebrei raggiunsero il Vaticano, non reagì con proteste scritte o verbali. Nel 1942, non si associò alla condanna per l'uccisione degli ebrei espressa dagli Alleati. Quando avvennero le deportazioni da Roma ad Auschwitz, Pio XII non intervenne...
Evidentemente gli interessi politici, onnipresenti nella storia della santa sede più dei crocefissi, hanno spinto quel papa a rimanere in buoni rapporti coi regimi, tralasciando ancora una volta i precetti basilari cristiani che teoricamente parlerebbero di fratellanza, aiuto del più debole e ripudio della violenza, sostituiti da un bel pezzo col "Predica bene e razzola male". Una frase famosa dei fascisti è "O con noi o contro di noi", e pare che Pacelli non abbia voluto rischiare tanto, preferendo rimanere dalla parte più comoda per la chiesa...Mi chiedo come Ratzinger abbia il coraggio di accogliere nella frase "gesta eroiche" il silenzio di quel Papa che ha chiuso le finestre del Vaticano la notte in cui gli ebrei urlavano fra i rastrellamenti delle strade di Roma.
Nel museo della Memoria a Gerusalemme, lo Yad Vashem, vi è una targa su Pio XII che il Vaticano ha chiesto inutilmente di rimuovere, anche in occasione della visita di Josef nel maggio scorso. Sotto la foto di Pacelli, la didascalia racconta che "eletto nel 1939, il Papa mise da parte una lettera contro l'antisemitismo e il razzismo preparata dal suo predecessore". Anche quando i resoconti sulle stragi degli ebrei raggiunsero il Vaticano, non reagì con proteste scritte o verbali. Nel 1942, non si associò alla condanna per l'uccisione degli ebrei espressa dagli Alleati. Quando avvennero le deportazioni da Roma ad Auschwitz, Pio XII non intervenne...
Evidentemente gli interessi politici, onnipresenti nella storia della santa sede più dei crocefissi, hanno spinto quel papa a rimanere in buoni rapporti coi regimi, tralasciando ancora una volta i precetti basilari cristiani che teoricamente parlerebbero di fratellanza, aiuto del più debole e ripudio della violenza, sostituiti da un bel pezzo col "Predica bene e razzola male". Una frase famosa dei fascisti è "O con noi o contro di noi", e pare che Pacelli non abbia voluto rischiare tanto, preferendo rimanere dalla parte più comoda per la chiesa...Mi chiedo come Ratzinger abbia il coraggio di accogliere nella frase "gesta eroiche" il silenzio di quel Papa che ha chiuso le finestre del Vaticano la notte in cui gli ebrei urlavano fra i rastrellamenti delle strade di Roma.
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