“Ma non è così strano, pensò Mendel; due buoni orologi segnano la stessa ora, anche se sono di marche diverse. Basta che partano insieme.”
Queste due righe, tratte dal romanzo di Primo Levi cui abbiamo chiesto a presto il titolo come slogan della manifestazione che il 13 febbraio ci vedrà unite, in tutta Italia, in quello che speriamo essere un unico pensiero, dicono forse tutto: segnare la stessa ora, partire assieme. Ripartire forse sarebbe meglio dire, ripartire da dove ci siamo lasciate quando credevamo che la nostra dignità fosse al sicuro, che l’idea fosse passata, che la donna fosse libera, rispettata e padrona della propria vita, che di lei venissero riconosciuti il coraggio, la tenacia, l’intelligenza, la forza e la capacità di esserci sempre e comunque. Esserci nei propri studi, nel proprio lavoro, coi propri figli, nella cura della propria famiglia passata e futura. Esserci con la pazienza di sempre ma anche con orgoglio e senso dei diritti oltre che dei doveri. Esserci per poter dire e fare, esserci per poter contare. Ma qualcosa è successo: abbiamo abbassato la guardia, abbiamo dato troppo per scontato. In questi ultimi decenni la logica del disprezzo e della mercificazione è stata più forte delle nostre speranze. Ci siamo lasciate sopraffare da una cultura strisciante e misera che dagli anni ’80 cominciava a riproporre come mezzo ed obiettivo tutto ciò contro il quale avevamo lottato. Il corpo contro la mente, l’arroganza contro l’onestà, la vendita della carne un tanto al chilo.
E la misura, oggi, è colma.
Non si tratta di partiti, non si tratta di ideologie. Qui si tratta di noi, della nostra vita e della vita e del futuro delle nostre figlie e di quelle che verranno dopo di loro. Le donne hanno detto basta, hanno deciso che fosse ora di farsi di nuovo sentire, di recuperare l’indignazione, l’orgoglio ed il peso in una vita pubblica e politica che è oramai la caricatura di un brutto film a luci rosse.
Quello che sta succedendo in questi ultimi tempi, gli scandali nei quali è coinvolto il capo del nostro governo, lo svilimento nel quale versano i ruoli stessi di coloro che sarebbero chiamati a far funzionare il nostro paese, la sozzura e l’indecenza sono avvenimenti da tempo annunciati. E’ un modo che si sta preparando da anni. E’ il momento di dire basta, fermare questa follia, guardarci negli nocchi, riconoscerci e ripartire, tutte quante, tutte assieme, nelle nostre uguaglianze e differenze. Verrà il momento del confronto politico, verrà il momento del confronto
ideologico, torneranno le discussioni e sicuramente le divergenze di opinione.
Ma su una cosa non si può assolutamente farci trovare divise: la difesa della nostra dignità.
Le donne delle Marche aderiscono alla manifestazione nazionale del 13 febbraio per dire basta, ora, subito. SE NON ORA, QUANDO?
Di Giuliana Brega
Manifestazione regionale
Ancona
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