mercoledì 15 dicembre 2010

I soliti ignoti

Ieri abbiamo visto tutti cosa è successo lungo Via del Corso a Roma. C'è chi ha paragonato la giornata di ieri agli anni di piombo, chi tristemente al G8...insomma cose che non si vedevano da davvero molto tempo. Tavoli smembrati, cabine distrutte, sanpietrini divelti, lancio di vernice, pietre, paletti. Una città nel caos totale con situazioni di tangibile tensione e vera e propria guerriglia urbana. Chi c'è stato ha detto che erano molti i manifestanti già partiti con caschi e scudi e che quindi avevano probabilmente messo in conto, se non di attaccare, almeno di poter essere attaccati. Daltronde si sa che chiudendo ai manifestanti un'ampia zona del centro storico, li si invita a nozze e indirettamente si facilitano gli scontri con le forze dell'ordine. Ma non stò qui a parlare del perché e del come degli scontri, se erano legittimi o meno, organizzati o imprevisti. La cosa gravissima non è il casino che gli studenti hanno fatto per le vie di Roma, perché finquì purtroppo la cosa è da considerarsi "normale" (succede già a Londra, ad Atene, Parigi ecc...) oltre he legittima. Purtroppo c'erano i Black-blok che, come ha detto ieri Michele Serra alla trasmissione Parla con me, lo fanno "per sport", nel senso di gioco, passatempo folle, senza alcun fondamento politico e ideale se non quello di fare casino e sfogarsi come durante una rissa o come la domenica allo stadio. No, niente di tutto questo. Una cosa gravissima che s'è vista ieri, è che in mezzo a quei "facinorosi", oggi ben denigrati dai più alti borghesi, dai più corrotti politici e dai più lecchini giornalisti; fra quei studenti della Sapienza, fra quei ricercatori incazzati e quei precari disperati con tutto il diritto di manifestare; c'erano polizziotti infiltrati in borghese. Subdoli, nascosti, irriconoscibili, falsi. Agenti in borghese a volto coperto, con spranghe e pale in mano, a caricare e colpire camionette e altri agenti. Aizzavano la folla, spingevano alla violenza, contribuivano al caos totale. Essendone partecipi e attivi protagonisti, anche loro ne sono responsabili, ma non credo che Emilio Fede & Co. questo l'abbiano detto.
Senza di loro, la guerriglia si sarebbe comunque creata, ma almeno io come cittadino italiano ed europeo, non mi sarei sentito dentro ad un falso e ipocrita regime, che paga coi soldi pubblici agenti di polizia per creare il caos anziché evitarlo. Questa assurdità non è Orwel, non è l'11 settembre, non è un regime sud-americano né uno sovietico; è l'Italia nel 2010, siamo noi adesso.
Questi agenti magari erano solo qualche decina, ma già abbastanza da rendere la cosa assolutamente immorale e incredibile. Che bisogno c'era di fare questo? Mi pare che la polizia aveva ben altro da fare e sia stata in enorme difficoltà per contenere una folla immane inferocita. Quale mente folle ha pensato di contribuire e alimentare il delirio già previsto? E comunque c'è bisogno di dire che sia profondamente ingiusto che il governo contribuisca agli scontri, alla violenza e all'instabilità di un popolo?
La risposta ufficiale della Guardia di Finanza (GdF) rasenta l'assurdo: se i manifestanti avevano radio e manette da agenti, era perchè le avevano rubate; e il giovane che soccorre un finanziere sotto shock con in mano una pistola, lo fa perchè vuole salvarlo dalla folla e non è in alcun caso un infiltrato della polizia...Inoltre, il ragazzo con manette e manganello in mano, oltre che indossare stranamente un giubbotto beige e perciò molto riconoscibile (solitamente i "facinorosi" si vestono tutti di nero per essere poco distinguibili nella mischia), indossa anche un guanto rosso, segni questi di voler essere ben distinto dai polizziotti per evitare qualche manganellata di troppo. In giornata tale persona è stata fermata e portata via dagli agenti, ma poi non risulta in alcun elenco di arrestati perché, si legge, "minorenne". Se guardate le foto, è davvero difficile da credere e da farci credere, che quell'uomo alto e piazzato, abbia 16-17 anni. Come se non bastasse, la GdF in giornata ha più volte ammesso la presenza di "agenti in abiti civili" per poi smentire subito dopo. Una bella barzelletta insomma. E purtroppo questi ormai fanno parte della scena, ce li dobbiamo aspettare alle manifestazioni, ci dobbiamo convivere, "tanto lo sai che ci sono gli infiltrati".
Sostenere ciò equivale a dargliela per vinta, accettarlo. No. E' questo che volevo dire con questo post. Questo fattaccio, questa tremenda ingiustizia, si ripresenta ogni volta, senza che noi gli dessimo il giusto peso, la giusta gravità. Anzi gravemente ce ne dimentichiamo sempre. Questo non deve passare, questo non deve più succedere. Questi infiltrati schifosi (come quelli di Genova, come quelli di Piazza Navona e chissà quante altre occasioni, ormai rientrate fra le vergogne e i segreti di Stato), che contribuiscono alla violenza di piazza, alla guerriglia, alla morte e al terrore, che offuscano le vere motivazioni della protesta e che infangano studenti e precari che lottano ogni giorno per avere un futuro; questi perenni impuniti, questi sudici soliti ignoti vanno presi, assieme ai loro mandanti, e trascinati in piazza per esser sottoposti a giudizio del popolo; e allora vorremo noi sentire davvero se le loro urla riusciranno a sovrastare quelle delle sirene della polizia.

Fonti:
La Repubblica

1 commento:

(cosmo) ha detto...

ma, non so.

vi linko post interessanti:
http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2010/12/16/identificazioni-preventive/

e

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2010/12/16/lettera-a-roberto-saviano/