Una piccola parte del Pablo era a Roma ieri, insieme al milione di persone che ha letteralmente invaso la Capitale e riempito come un uovo piazza San Giovanni. Il colore rosso primeggiava per le strade ed i cori rimbombavano per chilometri. Gli acquazzoni non sono serviti a scoraggiare o rallentare la fiumana di persone.
In prima fila gli operai di tutta Italia, per urlare contro un governo che vuole distruggere quei diritti che i lavoratori hanno conquistati con dure battaglie. E che ora un Marchionne qualunque, con l'appoggio del governo, pensa di poter ignorare fino ad eliminarli, disponendo della vita e delle sorti dei lavoratori.
Al loro fianco insegnanti studenti e ricercatori (più di 10.000 si sono ritrovati davanti alla Sapienza), che non si rassegnano al triste decadimento a cui l'istruzione nazionale sta andando incontro, sempre più rapidamente. Contrari al progetto di ridimensionamento dell'Università pubblica ed alla precarizzazione del lavoro della conoscenza.
Al loro fianco insegnanti studenti e ricercatori (più di 10.000 si sono ritrovati davanti alla Sapienza), che non si rassegnano al triste decadimento a cui l'istruzione nazionale sta andando incontro, sempre più rapidamente. Contrari al progetto di ridimensionamento dell'Università pubblica ed alla precarizzazione del lavoro della conoscenza.
I precari di tutta Italia erano in strada, per reclamare quegli stessi diritti per cui combattono da sempre gli operai, che loro rischiano di non avere mai. Perché non si può vivere in un paese che nega le minime garanzie sociali ai lavoratori dipendenti, del sapere e della conoscenza.
Gli immigrati erano in strada, per chiedere che si metta fine allo sfruttamento ed al lavoro nero. Perché finisca il clima di odio verso il "clandestino" - abilmente costruito dal governo palesemente razzista e dai media servitori - che mette i lavoratori migranti nella pericolosa condizione di essere facilmente ricattati, quotidianamente, per un lavoro sottopagato.
I centri sociali erano in strada, con un carico di musica e colori, slogan e striscioni. Incazzati, ovviamente, ma senza nessun "sassolino" per il leghista/fascista Maroni. E forse il triste Sacconi, che alla vigilia si augurava che nessuno si facesse male (e sotto sotto sperava ci scappasse il morto), è rimasto un po' deluso.
Migliaia e migliaia di cittadini erano per strada, grandi e piccoli, vecchi e nuovi compagni, indignati per un governo fantoccio, inutile e populista, il quale ha come obiettivi la repressione di dissensi e la ricerca di consensi e potere, allontanandosi pericolosamente da qualsivoglia idea di democrazia.Grave assenza - se posso concedermi una riga politica - quella del PD, che se non ricordo male è il partito di opposizione, che dovrebbe dar voce a tutte le migliaia di cittadini indignati.
"Degni di nota i 3 eroi con altrettante bandiere del PD" (citaz. da Il Manifesto di oggi).
"Degni di nota i 3 eroi con altrettante bandiere del PD" (citaz. da Il Manifesto di oggi).
È stato bello esserci, nella mischia, camminare sotto la pioggia, manifestare insieme, essere parte di una voce, una piazza rossa, una realtà consapevole che questa società merita di più e di meglio di quanto questo triste governo sa offrire. Un governuccio di delinquenti e approfittatori, che si preoccupa di appartamenti, escort e fughe dalle aule tribunale. Tanti sono gli italiani stanchi di tutto questo.
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