Ieri sera il peschereccio italiano "Ariete" di Mazara del Vallo si trovava tranquillamente in acqua internazionali, a 31 miglia dalla Libia in direzione Lampedusa quando una motovedetta della Guardia Costiera libica, dopo aver intimato lo stop ha scaricato una mitragliata sulla nave per poi tentare l'abbordaggio e inseguirla per ore; il tutto senza alcun motivo specifico. I marinai del peschereccio hanno deciso di continuare la loro corsa per l'Italia perché fermarsi e farsi trainare senza senso in Libia avrebbe voluto dire un calvario infinito e soprattutto pericoloso... Quindi attimi di terrore fra i dieci uomini a bordo dell' Ariete quando almeno 40 proiettili hanno distrutto un tender e bucato le pareti della nave senza per fortuna causare feriti. Non ci sono state ancora spiegazioni ufficiali e la farnesina non ha fornito informazioni chiare a riguardo.
Si sà che fra i dittatori delle due sponde corre buon sangue e da tempo lo stesso sangue bagna anche le acque mediterranee grazie alle politiche disumane e razziste promosse dagli italiani e dai libici, sotto gli occhi increduli e schifiti della comunità internazionale che ci accuasa giustamente di essere responsabili delle innumerevoli e continue stragi di clandestini in mare. Se siamo così amici, perché questi spari? Forse i libici volevano festeggiare a modo loro la gioia nel vedere i loro amici ma avevano finito i fuochi artificiali e i razzi? La Libia ultimamente, oltre ad aver più volte occupato il suolo romano con tende, subrette, affari miliardari e tazze di té; ha raddoppiato il suo spazio pesca invadendo illegalmente acque internazionali senza alcun permesso ne autorizzazione europea. Forse è per ribadire questa loro occupazione che hanno sparato sui pescatori italiani, o forse si volevano un pò vendicare del capitano dell'Ariete, Gaspare Marrone che insieme all'equipaggio nel 2008 ha ricevuto il premio "Per mare" conferitogli niente popò di meno che dall' Onu per il suo senso civico e umano che l'ha più volte portato a salvare clandestini trovati in fin di vita in mare aperto, spesso aggrappati a delle tonnare. Questo non lo sappiamo e ci auguriamo di sbagliarci. Ad ogni modo il fattaccio è accaduto ed è gravissimo che una vedetta straniera spari ad una imbarcazione italiana in acqua internazionale, senza un giustificato motivo, senza scusarsi e soprattutto mettendo a repentaglio la vita di 10 pescatori. ”Siamo vivi per miracolo, hanno sparato all’impazzata sfiorandoci – ha raccontato Alessandro Novara, un membro dell’equipaggio –. Solo per caso non hanno provocato l’esplosione di alcune bombole di gas” che avrebbero scatenato l'inferno.
La Guardia costiera ha avviato un'inchiesta e il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi ha detto ”il governo deve riferire immediatamente in Aula su questo gravissimo incidente. L’Italia ha accolto il dittatore Gheddafi come non avrebbe dovuto, gli ha concesso di tutto e di più, con il risultato che i nostri pescherecci vengono mitragliati dalle vedette libiche”.
Confidiamo nel buonsenso e nella serietà del nostro Premier che come al solito, risolverà al più presto questo grave incidente diplomatico, a costo sta volta di baciare i piedi di Gheddafi.
Si sà che fra i dittatori delle due sponde corre buon sangue e da tempo lo stesso sangue bagna anche le acque mediterranee grazie alle politiche disumane e razziste promosse dagli italiani e dai libici, sotto gli occhi increduli e schifiti della comunità internazionale che ci accuasa giustamente di essere responsabili delle innumerevoli e continue stragi di clandestini in mare. Se siamo così amici, perché questi spari? Forse i libici volevano festeggiare a modo loro la gioia nel vedere i loro amici ma avevano finito i fuochi artificiali e i razzi? La Libia ultimamente, oltre ad aver più volte occupato il suolo romano con tende, subrette, affari miliardari e tazze di té; ha raddoppiato il suo spazio pesca invadendo illegalmente acque internazionali senza alcun permesso ne autorizzazione europea. Forse è per ribadire questa loro occupazione che hanno sparato sui pescatori italiani, o forse si volevano un pò vendicare del capitano dell'Ariete, Gaspare Marrone che insieme all'equipaggio nel 2008 ha ricevuto il premio "Per mare" conferitogli niente popò di meno che dall' Onu per il suo senso civico e umano che l'ha più volte portato a salvare clandestini trovati in fin di vita in mare aperto, spesso aggrappati a delle tonnare. Questo non lo sappiamo e ci auguriamo di sbagliarci. Ad ogni modo il fattaccio è accaduto ed è gravissimo che una vedetta straniera spari ad una imbarcazione italiana in acqua internazionale, senza un giustificato motivo, senza scusarsi e soprattutto mettendo a repentaglio la vita di 10 pescatori. ”Siamo vivi per miracolo, hanno sparato all’impazzata sfiorandoci – ha raccontato Alessandro Novara, un membro dell’equipaggio –. Solo per caso non hanno provocato l’esplosione di alcune bombole di gas” che avrebbero scatenato l'inferno.
La Guardia costiera ha avviato un'inchiesta e il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi ha detto ”il governo deve riferire immediatamente in Aula su questo gravissimo incidente. L’Italia ha accolto il dittatore Gheddafi come non avrebbe dovuto, gli ha concesso di tutto e di più, con il risultato che i nostri pescherecci vengono mitragliati dalle vedette libiche”.
Confidiamo nel buonsenso e nella serietà del nostro Premier che come al solito, risolverà al più presto questo grave incidente diplomatico, a costo sta volta di baciare i piedi di Gheddafi.
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