Da Affaritaliani
Violazioni continue dei diritti dei rom e aggressioni omofobe nei confronti di gay, lesbiche, bisessuali e transgender: e' la fotografia dell'Italia che esce dal Rapporto 2011 di Amnesty International. Fra le principali criticita' riscontrate nel nostro Paese, Giusy D'Alconzo, coordinatrice della ricerca, punta l'attenzione sulle politiche discriminatorie nei confronti dei rom, vittime di "sgomberi a catena", ricordando la Perugia-Assisi del 2010 che "e' stata aperta da una nostra ruspa, per ribadire che i diritti umani non si sgomberano". Amnesty International lamenta anche "un clima di intolleranza contro migranti, rifugiati e omosessuali", ricordando le aggressioni omofobe di cui sono state vittime gay, lesbiche, bisessuali e transgender. Attenzione e' stata posta anche sui richiedenti asilo e migranti, che continuano ad essere privati dei loro diritti, e il cui accesso alla protezione internazionale e' ostacolato da trattati internazionali per il controllo dei flussi migratori. Quanto al comportamento delle forze dell'ordine in Italia, l'organizzazione per i diritti umani ha sottolineato le continue segnalazioni arrivate su maltrattamenti da parte di agenti di polizia e di sicurezza, sollevando preoccupazioni sull'indipendenza e l'imparzialita' delle indagini sui decessi in carcere, facendo esplicito riferimento, tra l'altro, ai casi di Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi. A questo proposito, nell'agosto scorso, e' divenuto operativo l'osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, istituito dalle autorita' di polizia, uno strumento per rendere piu' facile per le vittime la presentazione di denunce. L'Italia, tuttavia, ha denunciato D'Alconzo, si e' rifiutata di introdurre il reato di tortura nella legislazione nazionale, sostenendo che "non sia necessario". Un successo pero' il nostro Paese puo' vantarlo, nel caso di Abu Omar, il cui verdetto e' "l'unico caso di riconoscimento di 'rendition' al mondo".
Violazioni continue dei diritti dei rom e aggressioni omofobe nei confronti di gay, lesbiche, bisessuali e transgender: e' la fotografia dell'Italia che esce dal Rapporto 2011 di Amnesty International. Fra le principali criticita' riscontrate nel nostro Paese, Giusy D'Alconzo, coordinatrice della ricerca, punta l'attenzione sulle politiche discriminatorie nei confronti dei rom, vittime di "sgomberi a catena", ricordando la Perugia-Assisi del 2010 che "e' stata aperta da una nostra ruspa, per ribadire che i diritti umani non si sgomberano". Amnesty International lamenta anche "un clima di intolleranza contro migranti, rifugiati e omosessuali", ricordando le aggressioni omofobe di cui sono state vittime gay, lesbiche, bisessuali e transgender. Attenzione e' stata posta anche sui richiedenti asilo e migranti, che continuano ad essere privati dei loro diritti, e il cui accesso alla protezione internazionale e' ostacolato da trattati internazionali per il controllo dei flussi migratori. Quanto al comportamento delle forze dell'ordine in Italia, l'organizzazione per i diritti umani ha sottolineato le continue segnalazioni arrivate su maltrattamenti da parte di agenti di polizia e di sicurezza, sollevando preoccupazioni sull'indipendenza e l'imparzialita' delle indagini sui decessi in carcere, facendo esplicito riferimento, tra l'altro, ai casi di Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi. A questo proposito, nell'agosto scorso, e' divenuto operativo l'osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, istituito dalle autorita' di polizia, uno strumento per rendere piu' facile per le vittime la presentazione di denunce. L'Italia, tuttavia, ha denunciato D'Alconzo, si e' rifiutata di introdurre il reato di tortura nella legislazione nazionale, sostenendo che "non sia necessario". Un successo pero' il nostro Paese puo' vantarlo, nel caso di Abu Omar, il cui verdetto e' "l'unico caso di riconoscimento di 'rendition' al mondo".
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